Amare la pioggia

Loro non si rassegnano.

Non rinunciano.

Cadono, e non ci pensano nemmeno a rimanere giù.

Lanciano sguardi, gli occhi puntati in alto.

Non hanno paura.

Quando sanguinano, perdonano,

ma ricordano bene come li hai fatti sentire.

Amano la pioggia

e non si preoccupano degli anni,

apprezzano gli istanti.

Sono sulle tracce di qualche miracolo:

vanno a caccia di estasi.

Liberi di andare,

si rinchiudono tra le sbarre della bellezza

e poi si perdono nella trappola del dolore,

fino a riemergere con nuovi orizzonti tra le dita.

Sanno quel che c’è da sapere,

ma non vogliono più saperne.

Si lasciano alle spalle i fiumi di logica,

gli oceani del rimuginare.

Loro vivono di labbra incollate,

di numeri infiniti, di canzoni urlate al vento.

Hanno troppo cuore

e non riescono a tenerlo a bada:

creano più amore

di quanto non si possa sopportare.

Uno spazio necessario

Hai creato lo spazio necessario:
da una ferita nascono possibilità.
A breve smetterai di sanguinare
e ti guarderai indietro con uno sguardo più sereno.
È sempre una questione di fiducia:
della vita ti puoi fidare.
Anche la pioggia può sembrare tua amica,
se sai come accoglierla.
Non farti condizionare dalle cadute, anzi,
approfittane per apprendere nuove nozioni.
Di forza e di resistenza.
Costruisci una dimora per le tue fragilità.
La sensibilità, il mondo interiore, quei tuoi occhi:
rispetta il tuo patrimonio. Abbi cura di te.
La meraviglia del tempo breve è che tutto può servire,
nulla deve andare sprecato.
Hai creato lo spazio necessario e già vedi i primi segnali.
La luce si fa più intensa
e ti senti come avvolta in una coperta,
come protetta da una piccola carezza.
Sta per arrivare
chi ti vuole bene veramente:
stai per arrivare tu.