Racconti

IL POETA ANTONIO

E so molto bene che non ci sarai,
né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
né la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Leggo una poesia di Cortázar, e mi viene in mente lui.
Chissà come la scriverebbe questa poesia.
Ci metterebbe qualche rima? Sarebbe più spietato?
Negli ultimi giorni mi viene in mente spesso.
Antonio.
La sua forza interiore così potente, da diventare fragilità.
I suoi sogni così grandi, da non riuscire a sostenerne il carico.
Faceva l’impiegato comunale.
Viveva in povertà.
Era molto ricco, dentro.
Sognava di diventare un poeta.
Era un poeta. Di quelli veri. Di quelli che la poesia la troverebbero ovunque.
In un fiore. In una stella. Sull’asfalto.
Nella sua camera c’erano i poster dei più grandi.
Prévert, Montale, Leopardi.
Aveva l’infinito nel cuore.
Se cercavi di seguire la mappa della sua anima, non riuscivi a vederne la fine.
Diceva:
“cosa ci sto a fare qui? Io devo scrivere.”
A chi gli diceva che era fortunato ad avere quel posto di lavoro, rispondeva:
“a me non importa. Sono nato per fare altro. Sono nato per esplorare mondi. Per affacciarmi alla finestra dei miei fogli.”
Questo posto non era il vestito adatto.
Non era il vestito che faceva per lui.
Lui avrebbe voluto indossare qualcosa di più grande.
Abitare la terra degli artisti.
Ne aveva tutto il talento.
Aveva tutto, per riuscirci.
Ma nessuno gli andava incontro.
Non aveva aiuti, favori.
Nessuna spintarella.
Doveva fare tutto da solo.
Se esistesse una forma vaga di giustizia, lui sarebbe ancora qui.
A riempirci la vita con le sue parole.
A decorare i giorni con i suoi componimenti.
Ma io lo so, lo so.
Che mi sta guardando, da qualche parte.
Che mi osserva.
Che tifa per me.
E io non posso fare altro che mettercela tutta.
Non arrendermi mai.
Continuare. Continuare. Anche per lui.
Anche se non l’ho conosciuto di persona.
Mi è bastato quel racconto.
Per capire chi era. E dove sarebbe arrivato.
Devo scrivere ancora e meglio, sempre meglio.
Fare quello che lui avrebbe fatto.
Insistere. Fino alla vittoria.
La vittoria:
fare della vita un miracolo.
Lottare senza sosta, fino a sfiorare l’incredibile.
Non dimenticando mai di essere noi stessi.
E nessun altro.

Luigi Costantino