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Tra sogno e realtà

Ho fatto un sogno.
C’eravamo io e te.
A concederci ogni lusso.
Tutti i baci che volevamo.
Abbiamo brindato 
con il vino rosso,
poi ci siamo addormentati:
la tua testa sulla mia spalla.
Al risveglio
avevamo voglia di dolce.
Hai aperto il frigo
e c’era l’affogato al tiramisù.
Ti ho detto:
“Dai, tu prendine di più.”
“No, più tu”, hai risposto tu.
Poi è successa una cosa
semplicissima:
i miei occhi
son rimasti intrappolati.
Nei tuoi.
Più mi guardavi,
più volevo guardarti.
È da tanto che questo accade.
Ormai non distinguo più
il sogno dalla realtà.

Luigi Costantino

Mai più soli

Bisogna accettarlo.
Nulla è eterno.
Siamo dentro una gabbia di abitudini.
Ma ne possiamo uscire.
Facendo ogni giorno qualcosa di diverso.
Mettendo in atto una piccola rivoluzione.
Niente è immutabile.
Possiamo accettare di non essere più quelli che eravamo.
Possiamo pretendere di migliorarci.
Iniziare con piccole azioni quotidiane.
Scrivere una lettera.
Inventare nuove poesie, solo per il gusto di farla stare bene.
Regalarle una rosa.
Poi dirle: “Questa sei tu.”
La migliore rivoluzione ha inizio con l’amore.
Curate le vostre emozioni.
Aprite le finestre dell’anima.
E fate entrare luce.
Donatevi all’altro.
Diventate Soli.
Mai più soli.

Luigi Costantino

Perché scrivo

Scrivo per far succedere qualcosa. Scrivo perché ho voglia di riscatto.
Non devo dimostrare niente a nessuno, se non a me stesso.
Scrivere mi serve.
Per cancellare tutto quello che non è andato bene.
Per sorridere delle delusioni e di tutto ciò che è andato storto.
Scrivo per quelli che non hanno ancora imparato a vivere.
Per quelli come me.
La vita mi piace.
Ma non sono sicuro di saperla vivere come si dovrebbe.
Però ci provo.
Scrivere per me significa questo.
Provarci.
A diventare migliore.
A regalare sorrisi a donne che non sanno cos’è l’amore.
Perché uomini poco attenti le hanno ferite e sono passati sopra il loro affetto, senza pensarci due volte.
Scrivo perché è possibile creare un’esistenza che abbia un senso.
Siamo noi a dover combattere, a reagire, a trasformare un giorno di pioggia in un giorno di luce.
Scrivo per uccidere le mancanze.
Per fare amicizia con i miei fantasmi.
Per riportare in vita una parte importante di me.
Scrivo per viaggiare.
Ogni stazione mi riporta a ciò che veramente sono.
Libero.
Libero di cercare la felicità.
Scrivo perché sono negato con il disegno.
Ma sono bravissimo a disegnare parole.
Che piacciano o no, io le disegno con passione.
E ogni volta che parlo di lei, dei suoi capelli e della sua bocca, a me sembra di disegnare sul foglio che mi hanno dato da bambino.
Prato, cielo e casa.
Colori armonici e una sensazione di contentezza.
“Voglio andare a giocare.”
“Prima devi finire i compiti.”
“Solo mezz’ora, ti prego.”
Da piccolo avrei voluto scrivere qualche pagina in più.
Non capita spesso di corrispondere a quello che vorremmo essere.
“Ti va di andare al cinema stasera?”
“Va bene, passo da te alle otto.”
Un film.
Una storia che inizia.
Come l’amore in un dipinto.

– Luigi Costantino

Seduto ad aspettare

Se c’è una cosa che so fare
è sedermi e aspettare
che la mente finisca
con la piccola lotta interiore
e scelga per me i versi necessari
quelli che mi servono a capire
oggi come la penso
domani è un altro giorno
ma oggi, oggi voglio conoscere
il cammino, la traiettoria
il punto che mi spingerà oltre
sono fiero e paziente
nell’attesa mi lascio cullare
da una canzone
e capita sempre che una nota
una nota in particolare
si schianti nella mia testa
con dolcezza
e allora succede
quello che deve succedere
sono pronto ad aprirmi
ed è in questo modo
che nasce la mia dichiarazione
per tutti quelli che mi amano
e se alla fine la dichiarazione
riporta un nome soltanto
Tu, donna straordinaria
non dovrai mai stupirti

Luigi Costantino

A ogni angolo di strada

Dai retta a me
non è facile trovare
la bontà
la semplicità
la grandezza, nella riservatezza
l’apparenza ci ammazza
a salvare il mondo
non sono i poeti contenti
ma quelli disposti
a soffrire, felici
per la loro diversità
perché ormai diverso
è chi ha il coraggio
di pretendere la bellezza
a ogni angolo di strada
chi è così testardo
da credere ciecamente
mentre gli altri continuano
a non credere,
pur essendo dotati
di buona vista.

Luigi Costantino

Ti sembrano normali, gli altri?

L’ho conosciuta per caso.
Stava leggendo “La nausea” di Sartre al tavolino di un bar.
Quei capelli ricci.
Quella voce acuta da bambina.
Non aveva niente di comune.
Sembrava vivere in un mondo tutto suo.
Non gliene fregava niente dei soldi, della tv, delle macchine.
Forse non le interessavano neanche gli uomini.
“Sono tutti stronzi”, diceva.
Non me la sentivo di darle torto.
Pensavo soltanto: dev’esserci qualcuno buono, da qualche parte.
Chissà quante delusioni aveva provato.
Sembrava cresciuta troppo in fretta.
Nonostante l’età, i suoi discorsi erano particolarmente profondi.
Diceva: “Ti sembrano normali, gli altri?”
Diceva: “Mi sento fuori dalle cose.”
Io ero contento della nostra complicità.
Forse in qualche modo ci compensavamo.
Riuscivo a farla ridere, e a me sembrava una specie di concessione.
Mi concedeva di entrare nella sua vita.
Con me si apriva.
Mi confessava cose che non avrebbe mai detto a nessuno.
Certo, con lei non era tutto facile.
Spariva per giorni senza motivi apparenti.
E poi tornava come se nulla fosse successo.
Mi ci sono abituato.
Fosse stata una persona qualunque, credo che mi sarei allontanato da lei.
Ma al di là dei suoi comportamenti contraddittori, capivo quello che si portava dentro.
Star vicino a una persona di cui non condividi tutto, non significa forse voler bene veramente?
Non avevo dubbi. Non ho dubbi.
Lei è una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto.
Oggi, ricevere la sua telefonata mi ha reso felice.
L’ho considerato un segno.
Dovevo scrivere.
Qualsiasi cosa.
Magari un racconto che parlasse di lei.
Magari un racconto sull’amicizia, quella buona.
E così ho fatto.

Luigi Costantino

Un atto di fede

Andare avanti è un atto di fede.
Serve almeno una visione di futuro per resistere e andare oltre.
Serve un’idea, un progetto, un senso di felicità possibile.
Per creare luce anche nei giorni più bui.
Per sorridere e accontentarsi delle piccole cose.
Accontentarsi non significa ridurre le aspettative.
Significa sfruttare tutte le risorse, anche quelle minime.
Ho promesso a me stesso di farcela anche in condizioni avverse.
Ho promesso a me stesso di concedermi il meglio.
Di non soccombere, di non adattarmi alle aridità della vita.
Di permettermi la passione.
Si può vivere anche sul filo.
Senza troppe protezioni intorno.
Correre qualche rischio, vivere giorni precari, è questo il prezzo da pagare per alimentare la speranza.
La speranza mi è venuta incontro, vestita da ragazza.
Sapevo che avrei dovuto comunque essere forte, agire, fare di tutto per non cadere.
Ma è più facile essere forti, avendo una persona accanto.
Qualcuno che ha la tua stessa fede.
Quando le mie energie vengono meno, incrocio lo sguardo di questa ragazza.
Lei mi racconta dei suoi sogni, dei suoi dubbi.
Lei dice: “la vita non è facile, ma non è un buon motivo per rinunciare.”
Lei dice: “le difficoltà stimolano l’intelletto, è il caso di diventare geni.”
Io la guardo e torno a credere.

Luigi Costantino